Presentazione La gente (minimum fax) di e con Leonardo Bianchi, con la partecipazione di Maximiliano Bianchi
Torna da Empatia la formula della presentazione del lettore: il 17 marzo ospiteremo Leonardo Bianchi (giornalista, blogger e news editor di VICE Italia. Ha collaborato, tra gli altri, con Valigia Blu e Internazionale. Dal 2008 scrive di politica, attualità e cultura anche sul suo blog satirico La Privata Repubblica) con la partecipazione di Maximiliano Bianchi (si autodefinisce bit worker e media activist termine che inquadra meglio le pratiche e gli interessi che negli anni si sono affiancati e uniti all’attività originaria di web designer) per presentare il libro La gente. Viaggio nell’Italia del risentimento (minimum fax).
Un incontro per parlare di “[…] gentismo, un fenomeno complesso e sfaccettato, dotato di una sua specificità, che ha accompagnato la Seconda Repubblica come un’ombra. Ed è proprio fissando questa ombra che si possono capire meglio le ambiguità, le contraddizioni e le pulsioni profonde della politica e della società italiana”.
Dieci anni fa usciva La casta, un libro che ridefiniva il discorso politico italiano: la fine dei partiti tradizionali, l’odio per le élite in generale, l’indignazione di chi si sentiva escluso e defraudato. Oggi quel risentimento si è rovesciato in orgoglio: la fine della politica come la conoscevamo non ha generato un vuoto, ma una galassia esplosa di esperienze tra il grottesco, il tragico e l’apocalittico. Dai forconi alle sentinelle in piedi, dai «cittadini» che s’improvvisano giustizieri alle proteste antimigranti, La Gente è il ritratto cubista dell’Italia contemporanea: un paese popolato da milioni di persone che hanno abbandonato il principio di realtà per inseguire incubi privati, mentre movimenti politici vecchi e nuovi cavalcano quegli incubi spacciandoli per ideologie. Leonardo Bianchi ha scritto il miglior reportage possibile su un paese che non si può raccontare se non a partire dalle sue derive, e l’ha fatto seguendo ogni storia con la passione di un giornalista d’altri tempi, il rigore dello studioso che dispone di una prospettiva e di un respiro internazionali, e un talento autenticamente narrativo, capace di attingere a una ferocia e a una forza profetica degne di un romanzo di James Ballard.