Ogni tanto nella vita capita di incontrare individui che amano passeggiare fuori dalle righe. Per chi non lo conoscesse, Vincenzo Bosica è uno di questi. Scrittore, illustratore e grafico creativo, Bosica (Pescara-1977) è un soggetto che non si lascia dimenticare tanto facilmente. In occasione dell’uscita del suo secondo romanzo “L’UOMO PERFETTO” siamo qui a fare 4 chiacchiere con lui.
Vincenzo Bosica, dopo 3 anni una nuova pubblicazione, completamente diversa dalla precedente.
Scrivo quando sento di farlo, per questo non sono prolifico. E le sensazioni che provo e intendo trasmettere non sono mai le stesse, per questo ho scritto qualcosa di diverso.
Dopo il successo del suo primo romanzo “Irregolare”, di stampo noir-futuribile, non teme che qualche suo fan possa storcere il naso con “L’uomo perfetto” di genere ironico-sentimentale?
Tutti abbiamo le proprie preferenze, ma chi ama leggere ama un buon libro a prescindere dalla categoria.
Chi è “L’uomo perfetto”?
Il protagonista del romanzo. Non è perfetto in senso assoluto, ma solo professionalmente: il suo mestiere è appunto quello di essere l’uomo perfetto per ogni singola donna che richiede il servizio. Non è un gigolò né un volgare commediante, lui è un professionista.
Da dove nasce l’idea di questo romanzo?
L’animo umano è per natura incontentabile. Tutti desideriamo di più e meglio, anche negli affetti. Chi si accontenta prende quello che capita, chi cerca una cosa fatta bene chiama un esperto, ma chi pretende il meglio viene appagato solo dalla perfezione: ho scritto questo libro per andare in fondo a questo concetto.
Sbaglio, o il messaggio finale che salta fuori da questo libro è simile al primo?
È lo stesso: siate sempre voi stessi, contro tutti e contro tutto. Nel primo libro il concetto era espresso in maniera più profonda, in questo è trattato in chiave ironica.
Come nasce la tua passione per la scrittura?
Dall’amore per i libri e per la lettura. I libri mi hanno sempre accompagnato, sono amici fedeli. Non sono solo oggetti, hanno dentro una vita, un messaggio. Racchiudono sogni, speranze, emozioni.
Qual è il genere che ami di più scrivere?
È troppo presto per dirlo.
Qual è il tuo rapporto con la scrittura?
La scrittura è un binario che mi trascina lontano dai limiti della quotidianità e dalla razionalità della società. Nasce perchè ne sento il bisogno, è evasione. Provo sempre un senso di vertigine quando scrivo, perché entro in un altro mondo, segreto, intimo, dove può accadere di tutto.
E con le donne?
Le amo.
Perchè?
Non le capisco mai abbastanza.
Altre idee nel cassetto?
Tutte in corso d’opera. Non amo usare i “mi piacerebbe farlo” preferisco sempre “lo faccio”.
Qual è il segreto per scrivere il libro perfetto?
Avere lettori perfetti.
Luisa Ferretti, per PescaraPescara