Vorrei essere stata bambina / Romanzo autobiografico / Jessica Gialdisi / Aiutami ad essere d’aiuto…
Mi chiamo Jessica, sono una ragazza di 25 anni, mamma di una bambina di 6 anni, sorella e genitore affidatario dei miei tre fratelli.
Ho perso mia madre per un atto suicida nel 2018. Non ho potuto salvarla ed ero incapace di comprendere il suo dolore. I miei fratelli, invece, hanno perso la loro mamma per overdose nel 2017, aveva appena 33 anni.
Il nostro papà convive oggi con una profonda depressione ed è gravemente malato.
Ho un sogno. Vorrei raccontare la mia storia nella speranza di poter esser d’aiuto a chi si trova ora in difficoltà,
donando nel mio piccolo speranza e forza per reagire e per amare la vita, nonostante tutto.
Vorrei diffondere la magia dell’affido familiare per aiutare tanti bambini a trovare il loro posto sicuro, l’amore e la protezione che per diritto meritano.
Ho deciso di abbondonare la paura del giudizio ed ho trovato il coraggio di raccontare e diffondere la mia storia grazie all’aiuto di diversi settimanali e magazine quali:
1) Settimanale “F” di Cairo Editore con l’edizione del 01/07/2020
2) Di Lei https://dilei.it/bellastoria/jessica-gialdisi-sono-la-mamma-affidataria-dei-miei-fratelli/979245/
La mia storia ora è racchiusa all’interno del mio romanzo autobiografico intitolato ” Vorrei essere stata bambina“.
Lo scorso Ottobre 2020 ho vinto il concorso letterario indetto dalla Fondazione Ema Pesciolinorosso e m’impegnerò per sostenere le loro attività rivolte a giovani e famiglie in difficoltà. https://www.facebook.com/papagianpietro/videos/398424044666160/
La trama è la seguente:
QUANTE VOLTE QUOTIDIANAMENTE CI LAMENTIAMO DELLE NOSTRE VITE E DEL DOLORE VISSUTO?
PASSIAMO LE NOSTRE GIORNATE A LAMENTARCI PER CIÒ CHE NON ABBIAMO
PERDENDO DI VISTA CIÒ CHE GIÀ POSSEDIAMO.
Nacqui in una famiglia dove il mio bisogno sembrava non esistere, come tutti quei valori che, nell’idea comune dovrebbero essere alla base della famiglia stessa,
per permettere a qualsiasi bambino di crescere in armonia.
Crescendo cercai approvazione dagli altri, nella speranza di trovare un adulto in cui riporre il ruolo genitoriale.
Dopo ripetuti dolori, mi colpì il più grande in assoluto: il suicidio di mia madre.
Da quel tragico avvenimento, nacque in me la necessità di ascoltare e vivere il mio dolore, riconoscendo per la prima volta il mio bisogno.
Questo evento diede inizio alla mia rinascita perché con esso riaffiorarono tutti i miei bisogni inascoltati ai quali, la mia nuova me, sapeva finalmente dare ascolto.
Capii che l’approvazione che cercavo dagli altri, in realtà poteva provenire soltanto da me.
Presi il controllo della mia vita trasformando il dolore in forza per vivere profondamente con consapevolezza.
Questo romanzo racconta, la mia evoluzione, l’abisso della mia vita, il dolore per la perdita, la mia ripartenza ed il mio cambiamento interiore.
Ieri non possedevo nulla, oggi possiedo la mia famiglia, anche se insolita, come l’avevo sempre immaginata sin da bambina. Cambiare si può. Tutto ha una ragione, tutto ha un perché.